Sembrava una felicità è un libro che di primo acchito spiazza ma che, già dopo qualche pagina, incanta. Jenny Offill alterna citazioni (da Ovidio a Rilke, passando per Einstein) a brevi frammenti attraverso i quali raccontare una storia tutto sommato ordinaria — una donna che ripone l´ambizione diventando moglie e madre, un matrimonio in crisi — ma con voce e narrazione particolarissime.
Per anni ho tenuto un post-it sopra la mia scrivania: “Pensa al lavoro non all´amore!”. Sembrava una felicità più consistente.
Voleva “diventare un mostro d´arte“, una scrittrice di successo senza alcuna preoccupazione terrena, e invece poi è arrivato il matrimonio, è arrivata una figlia e le è toccato ripiegare sull´insegnamento della scrittura creativa.
Alcune donne lo fanno sembrare così facile, quel modo di scrollarsi l´ambizione di dosso come se fosse un cappotto costoso che non va più bene.
Lei non ci riesce, e di fronte a un marito fedifrago e al mestiere di mamma — che spesso è devastante, nonostante ami tantissimo la figlia (“Non amerà mai niente e nessuno più di lei. Mai. È ufficiale.“) — si sente alla deriva.
C´è ancora un vuoto nel mio cuore. Pensavo che amare tanto due persone lo avrebbe riempito.
Questo flusso di coscienza, o “zibaldone di pensieri” (come lo definisce Francesca Novajra nella sua interessantissima nota del traduttore), è pervaso da un´ironia malinconica e da una delicatezza che racconta il lato più intimo e lacerato di una donna. Senza filtri, senza soluzione di continuità.
Addirittura la narrazione inizia in prima persona ma, dopo questa pagina (notare il segnalibro coordinato!), passa alla terza: “io” diventa “la moglie”, “mio marito” diventa “il marito” — una presa di distanza che sa di corazza, di autodifesa.
È una narrazione disarticolata, che procede per sottrazione e chiede molto al lettore, che ricostruendo man mano il puzzle della storia deve anche creare da sé tasselli. L´abilità della Offill sta soprattutto qui: nel concentrarsi sui dettagli ignorando il resto, e solo attraverso quelli tessere la sua trama. Perché sono proprio a dettagli a fare la differenza, a raccontare davvero.
Sembrava una felicità è anche un romanzo doloroso, a maggior ragione se si sono vissute o si vivono situazioni analoghe: quei frammenti diventano schegge appuntite e colpiscono dritto al cuore per la loro precisione. Perché la felicità non è sempre come sembra.
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Jenny Offill, Sembrava una felicità, trad. Francesca Novarja, 163 pagine, NNEditore, 2015
[…] Tra i libri che ho nel Kindle vorrei leggere Goffaggini erotiche e involuzioni prosaiche (Le Mezzelane) di Maria Grazia Beltrami e Rita Angelelli (di cui vi ho già parlato qui: è un agile e ironico manualetto di scrittura — erotica, ma non solo), Romanzo popolare (Amarganta) di Lucia Guida (ancora storia di donne, di quattro donne i cui destini si intrecciano) e Le cose che restano (trad. Gioia Guerzoni, NNEditore) di Jenny Offill (esordio dell´autrice, scritto nel 1999 e tradotto di recente in Italia, immagino sull´onda del successo di Sembrava una felicità). […]
Comprato in ebook in offerta un secolo e mezzo fa. Letto? No. Perché? Non lo so. Mi toccherà darmi una mossa, sono una delle poche a non averlo ancora letto, argh! Temo un po’ il dolore di cui parli, la questione di indipendenza femminile mi tocca molto – non perché io non lo sia eh, ma perché vedo troppe donne che l’indipendenza non ce l’hanno. Insomma, è un tema che mi interessa da sempre e mi fa soffrire.
Bella recensione, mi hai quasi convinta a leggerlo entro la fine dell’anno (che è un passo avanti non da poco, considerando i miei tempi biblici).
Tu pensa che ho letto solo ora Benedizione: sono una blogger che sta sempre sul pezzo, non c´è che dire.
Per me è stato un dolore “catartico”, in qualche modo – e mi ha fatta sentire meno sola nelle mie frustrazioni. Leggilo, davvero. 🙂
Dai, per dicembre c’è tempo. E Benedizione non l’ho ancora letto xD xD Pure io, sempre sul pezzo! 😛
Sembra scritto per me 😉
Grazie Elisa del consiglio e della bellissima analisi.
Un abbraccio
Paola
Grazie a te di avermi letta, Paola. Ricambio l´abbraccio!